La questione della rilevanza del contraddittorio endoprocedimentale torna prepotentemente alla ribalta: con l’ordinanza n. 736/1/16, la CTR Toscana ha rinviato alla Consulta la questione di legittimità costituzionale dello Statuto del contribuente laddove “riconosce al contribuente il diritto di ricevere copia del verbale con cui si concludano le operazioni di accertamento e di disporre di un termine di 60 giorni per eventuali controdeduzioni, nelle sole ipotesi in cui l’Amministrazione abbia effettuato un accesso, un’ispezione o una verifica nei locali” del contribuente. Dalla Corte costituzionale, tuttavia, non ci si può aspettare un “miracolo”; l’auspicio resta sempre lo stesso, che il legislatore garantisca la certezza del diritto con una norma che affermi la sussistenza di un generale obbligo del contraddittorio endoprocedimentale in materia di accertamento dei tributi.

Era prevedibile che la questione della rilevanza del contraddittorio endoprocedimentale tornasse prepotentemente alla ribalta dopo la sentenza delle SS.UU della Corte di Cassazione del 9 dicembre 2015, n. 24823, ampiamente criticata dalla dottrina anche sulle pagine di questo Quotidiano.

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