Sul D.L. 12.7.2018, n. 87 rubricato come “Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese” e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 161, del 13.7.2018 e sopranominato “decreto dignità”, si continua a discutere, com’era prevedibile, dentro e fuori le sedi istituzionali. Inutile dire che la tematica del lavoro e, soprattutto, di quello precario, resta al centro dell’attenzione.

Il provvedimento è stato oggetto di molte critiche perché la riduzione della durata massima dei contratti a tempo determinato, le causali e l’incremento contributivo sui rinnovi non farebbe che accrescere la precarietà incrementando il turnover e il lavoro nero. Inoltre, l’innalzamento dell’indennità risarcitoria a carico del datore di lavoro in caso di licenziamento illegittimo,  “accrescendo il costo”, disincentiverebbe il ricorso al contratto a tempo indeterminato.

Insomma, sarebbero stati commessi una serie di tragici errori destinati a produrre un risultato opposto a quello voluto, ai quali forze politiche di governo come la Lega e di tutta l’opposizione, vorrebbero porre rimedio in sede di dibattito parlamentare.

Vedi articolo completo