Ormai un fatto è certo: di riforma fiscale si discuterà nel 2021 e, nella migliore delle ipotesi, potrebbe vedere la luce nel 2022.

Un simile rinvio temporale rispetto alle attese, e “in mancanza di elementi qualificanti delle misure che si intende assumere (…) rischia di depotenziare l’effetto di stimolo atteso”, come ha sottolineato la Corte dei Conti nella “Memoria sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”. In altre parole è destinato a ridurre significativamente gli effetti di stimolo alla domanda interna indispensabili per uscire dalla crisi indotta dalla pandemia da coronavirus e avviare una nuova e più significativa fase di sviluppo sostenibile.

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