Una autoanalisi comportamentale come contributo alla comprensione del fenomeno dopo quelli dei più esperti analisti.

Alla fine il verdetto tanto temuto che pone anche fine a una defatigante campagna elettorale durata parecchi mesi è giunto nella nottata tra domenica e lunedì.

Già le prime proiezioni – poi confermate dallo spoglio definitivo delle schede – assicuravano la vittoria del No con c.a. il 60% dei voti contro un Si che superava di poco il 40%, e con una affluenza record per un referendum costituzionale pari a oltre il 65% degli aventi diritto (basti pensare che si è raggiunto il 34,1% nel 2001 e il 52,5% nel 2006).

E questa vittoria del No ha indotto il Presidente del Consiglio Renzi ad annunciare le proprie dimissioni che sono state rassegnate al Presidente della Repubblica nel pomeriggio di ieri, lunedì 5 dicembre.

In un momento in cui “non è più tempo di governi tecnici”, non c’è una alternativa politica strutturata, seria e coerente, c’è bisogno che qualcuno abbia il coraggio di “metterci la faccia” nelle cose che dice e che fa, non è più tempo di toni pacati, di diplomazia estremizzata, di ricerca assoluta di compiacere alle “maestrine” o ai “maestri” di turno, in un momento in cui serve una scossa, uno scatto emotivo, una passione che accompagni la razionalità, le dimissioni del Presidente del Consiglio non sono un fattore positivo per questo Paese.

 

 

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